martedì 27 dicembre 2011

CHANGE

Notavo come è stato diverso questo Natale 2011...in tutto.
Tutto intorno mi è sembrato diverso, come vedere un film con la moviola!
Meno traffico, meno negozi affollati, niente corsa contro il tempo per gli ultimi regali!
forse è solo una mia sensazione o ancora una volta è colpa della crisi ma tutto mi è sembrato meno!
Ed io...vogliamo dirla tutta? io non ho mai amato il Natale...i vicini che il giorno prima ed il giorno dopo nemmeno ti salutano in quei giorni si lanciano in abbracci, baci... gesti affettuosi direte voi! peccato che ci sono solo in quel giorno: gli altri 364 giorni dell'anno continuano ad occupare il tuo posto riservato nel cortile condominiale o a svuotare la tovaglia giù dal balcone incuranti che sotto ci sei tu ed i tuoi vestiti oppure urlano a mezzogiorno come a mezzanotte tanto se dormi non è colpa loro!?!
Non sto invecchianodo sopportavo le falsità anche meno dieci anni fà...
Certo sto cambiando...anzi sono già diversa rispetto ad un anno fà.
Diversa in che cosa o come penserete...non saprei...
Se guardo le feste degli anni precedenti ho la sensazione che a viverle è stata un altra me, quasi una gemella a cui ho lasciato il posto e di certo in quel tempo (non sto per raccontarvi una parabola non temete!?!) non avrei scommesso di ritrovarmi in questo stato attuale.
Ho preso coscienza che non tutti mi vogliono bene, che le mie valutazioni non sempre si rivelano giuste così come le scelte che ho fatto. Peggio è stato scoprire di aver fatto l'investimento sbagliato e non parlo di soldi!?!
Adesso si volta pagina e mi butterò in una nuova ed entusiasmante avventura...non riparto da zero perchè porto con me l'esperienze, professionali ed umane, acquisite negli anni già vissuti.
Buon viaggio a chi come me è appena scesa da un treno e sta per prenderne un altro!

martedì 22 novembre 2011

Campagna pubblicitaria choc per Benetton con i Grandi della Terra

La nuova campagna di comunicazione firmata Benetton è stata recentemente presentata e come forse avrete sentito ha sollevato un mare di polemiche. La campagna presentata da Alessandro Benetton ed ideata dal team di designer e creativi della moda e della comunicazione sociale di Fabrica, vede come tema centrale il bacio tra leader politici e religiosi mondiali: Benetton però ha voluto osare, forse un po’ troppo, dato che nelle fotografie vediamo personaggi di spicco come Barack Obama, Angela Merkel o Nicholas Sarkozy.In particolare l'immagine del Papa che bacia un imam non è piaciuta al Vaticano, che annuncia azioni legali per tutelare il Pontefice. C’era anche una foto di Berlusconi con la stessa Merkel: anche quella ritirata, ma solo perché il Cavaliere non è più premier. Immagini chiaramente frutto di fotomontaggi anche perché il leader mondiali si baciano sulla bocca: chiaramente le polemiche non si sono fatte attendere e più o meno tutti si sono detti scandalizzati da questa scelta. Ma forse era proprio questo l’obiettivo del marchio, che dieci anni dopo le pubblicità di Toscani era tornato a far parlare di sè, ed ora fa immediata marcia indietro. Ma qualcuno si è domandato il messaggio ‘UNHATE’, che significa? semplicemente uno stop hating lanciato dal simbolo della maglieria Made in Italy, senza mettere dei limiti per divisioni religiose, economiche, socioculturali, un invito ai leader e gli abitanti del mondo a combattere la ‘cultura dell’odio’.

martedì 25 ottobre 2011

Non si può morire giovani

È orribile morire giovani, ed ancor più terribile lo è quando la Morte giunge nella vita di un ragazzo che probabilmente non si è ancora posto il problema di morire.

Non si può morire quando non si è conosciuto il sapore della vita, quando lo si è ancora appena assaporato. Dio stesso non vorrebbe vicino a sé chi non ha gustato l’agrodolce dell’essere nati.

C’è chi dice che non avrebbe voluto altra morte di quella che ha avuto.
Ho i miei dubbi. Probabilmente non è così.
Sicuramente avrebbe voluto vivere l’Amore che iniziava a vivere, gustare la famiglia che aveva, gustarsi il frutto del suo talento.

Suppongo che non avrebbe desiderato che la sua ultima immagine fosse quella di un corpo abbandonato su di una pista. Scoordinato. Senza forma.

Buon viaggio Campione.

martedì 31 maggio 2011

non mi muovo

"Ero felice, non ci si accorge mai di esserlo, Angela, e mi chiesi perchè l'assimilazione di un sentimento così benevolo ci trovi sempre impreparati, sbadati, tanto che conosciamo solo la nostalgia della felicità, o la sua perenne attesa".
da "Non ti muovere" di Margareth Mazzantini

lunedì 16 maggio 2011

Il respiro non serve e… sei ancora.

E’ sempre presto per l’ultimo viaggio,
impavida l’hai affrontato.
Noi non siamo migliori per essere rimasti,
ma solo incoscienti.
Possa la tua essenza librarsi libera nell’aria,
nei boschi, sui mari e nei cieli rossastri.
Quando rugiada tornerai o, semplice soffio,
vibra ancora un istante,
l’istante che racchiuderà una nostra consapevolezza.
L’avorio velo, in adagio, non ha colpa.
Le gentili pieghe della stoffa son proprie tue.
Il respiro non serve e… sei ancora.
La stessa luce che ti cerca non è più luce,
i riflessi non riflettono e l’aria non capisce.
Donati ancora, riequilibra le leggi,
all’interno di quel mondo anche nostro che
solo per una manciata di probabilità
non conosciamo ancora.
(Laerte)

Era il 16 maggio 2010...e sei ancora.

mercoledì 27 aprile 2011

Ho Perdonato.


Ho Perdonato.
Errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l'eternità.
Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto.
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte!
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto.
Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Io sono di nuovo innamorato di un sorriso.
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto!
E vivo ancora!
È la vita, non mi stanca…
E anche tu non dovrai stancartene. Vivi!
È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa!
La Vita è troppo bella per essere insignificante!
(Charlie Chaplin)

venerdì 15 aprile 2011

Una morte che pesa come una montagna

di Piero Maestri
"L’uccisione di Vittorio Arrigoni è una di quei fatti che ti prende lo stomaco e ti lascia senza fiato: perché Vittorio era una bella persona, per le modalità in cui è avvenuta, per le tragiche conseguenze che avrà, oltre al fatto in sé, per la Palestina e i palestinesi.
Vittorio è stata una presenza importante in questi ultimi anni, da quando aveva deciso di rimanere a Gaza (unico italiano) durante l’offensiva israeliana denominata “Piombo fuso”, nel dicembre 2008/gennaio 2009. Le sue testimonianze dalla Striscia di Gaza sottoposta ad un feroce e criminale bombardamento erano per noi una delle poche fonti “dal basso” che ci raccontavano la realtà della violenza che subisce quotidianamente la popolazione palestinese.
Le sue attività insieme ai palestinesi – dalla protezione dei contadini del nord della Striscia che cercano di difendere la loro terra dall’espropriazione “per motivi di sicurezza” all’accompagnamento delle barche di pescatori a cui la Marina israeliana impedisce l’uscita in mare, alla relazione quotidiana con le famiglie palestinesi e con quei giovani che sono stati protagonisti delle manifestazioni dello scorso 15 marzo – hanno rappresentato allo stesso tempo l’esempio di una solidarietà umana e politica e la dimostrazione che i palestinesi non sono soli.
Abbiamo continuato ad ascoltare con interesse e partecipazione i racconti di Vittorio, dal suo blog, nelle telefonate in diretta nei molti presidi nelle città italiane che si collegavano in diretta con lui a Gaza, nelle corrispondenze con le radio ancora libere di questo paese in cui l’informazione è un disastro (soprattutto nei confronti dell’”invisibile” Striscia di Gaza).
La sua morte ci priva di tutto questo, ed è una perdita enorme.
Il rispetto per il suo impegno ci impone comunque di provare a capire, per ricordarlo nel migliore dei modi e per continuare il suo e nostro impegno a fianco della resistenza palestinese (quella dei gruppi politici, ma soprattutto dei contadini, dei pescatori, degli studenti, dei medici ecc…).
Non ci entusiasma il gioco del “cui prodest?” e non crediamo che il gruppo salafita responsabile della morte di Vittorio sia semplicemente una “invenzione” israeliana.
Purtroppo la disperazione e il peggioramento delle condizioni di vita e la chiusura degli spazi politici dei palestinesi – soprattutto nella prigione di Gaza – lascia vuoti che vengono riempiti da gruppi iper-minoritari ma che possono fare danni enormi. Naturalmente Israele ha tutto l’interesse che questi gruppi esistano, perché dividono ulteriormente la resistenza palestinese, rappresentano l’ennesima giustificazione per le sue politiche criminali e danno un’immagine terribile (naturalmente falsa) dei palestinesi. Per questo ci risultano odiose le “assoluzioni” preventive di chi come sempre getta addosso ai palestinesi tutte le responsabilità della loro terribile condizione – e in genere sono gli stessi che accusano i pacifisti di fare il gioco dei “terroristi”: la morte di Vittorio risponde anche a loro, alla loro insistente domanda “dove sono i pacifisti?”.
L’assassinio di Vittorio potrebbe fare male alla causa palestinese, perché saranno molti gli avvoltoi che cercheranno di mostrare la “disumanità” genetica dei palestinesi e/o degli islamici; potrebbe fare male perché vuole terrorizzare le/i volontari/e che vorranno seguire le orme di Vittorio – e questo interessa sia ai gruppi fondamentalisti che non vogliono una Palestina aperta al mondo, sia a Israele che vuole rendere ancora più invisibile e assediata la Striscia di Gaza, come dimostrano i suoi tentativi di fermare la Freedom Flottilla (subito seguiti dei loro amici come Berlusconi); potrebbe fare male perché i palestinesi si sentiranno ancora più soli.
A questo punto siamo noi che dobbiamo rispondere con forza che non ci faremo terrorizzare, che continueremo il nostro impegno a fianco della resistenza palestinese; che continueremo a costruire un ponte tra i giovani palestinesi che esprimono la loro necessità e volontà di liberazione (come i giovani tunisini, egiziani, libici, siriani che stanno in questi mesi facendo le loro rivoluzioni), i militanti della solidarietà internazionale e le/gli israeliane/i antisionisti; che continueremo ad andare a Gaza, a Gerusalemme, in Cisgiordania perché sappiamo che lì saremo sempre benvenuti; che continueremo il nostro impegno alla denuncia delle politiche dell’occupazione e dell’Apartheid e delle complicità dei governi europei in queste politiche.
Questo per noi è il tentativo di restare umani."
Continuerai a volare lo stesso...

mercoledì 13 aprile 2011

Ma così è l'amore

Ma così è l'amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.
Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto.
Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l'impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che il mondo intero ci abbracci.(T.Terzani)

Ma così è l'amore...no ve lo chiedo: è proprio così...siamo davvero così imbecilli quando siamo innamorati? Io non ci ho fatto caso...o forse non me lo ricordo!?!

lunedì 4 aprile 2011

Un altro giro di giostra.

"La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. Non ci sono scorciatoie che posso indicare. I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo."
(Tiziano Terzani)
da Tra genio e follia

mercoledì 30 marzo 2011

L'inerzia


Dopo un grande dolore viene un senso solenne,
Stanno composti i nervi, come tombe,
Il cuore irrigidito chiede se proprio lui
Soffrì tanto? Fu ieri o qualche secolo fa?
I piedi vanno attorno come automi
Per un'arida via
Di terra o d'aria o di qualsiasi cosa,
Indifferenti ormai:
Una pace di quarzo, come un sasso.
Questa è l'ora di piombo, e chi le sopravvive
La ricorda come gli assiderati
Rammentano la neve:
Prima il freddo, poi lo stupore, infìne
L'inerzia.
Poesia di Emily Dickinson

venerdì 25 marzo 2011

uomini: dr jekyll e mr hyde

Del mondo degli uomini una cosa l'ho capita: non tutte le domande hanno risposte!
A volte bisogna cogliere le risposte nei silenzi, non c'è bisogno di scavare a fondo per comprendere lo squallore e lo scarso valore di qualcuno, bisogna accettare che ci siamo sbagliate a valutare e voltare pagina... dopo tempo gli stronzi ritornano sempre e solo allora ci si prende qualche soddisfazione!
Interessanti i pareri espressi nel blog del link allegato (clicca sul titolo).

mercoledì 23 marzo 2011

Proviamoci anche noi!

Era il 1992 e Severn Cullis Suzuki era una bambina di 12 anni, che insieme a ad altre sue coetanee, raccolse i fondi necessari per partecipare al Vertice della Terra a Rio de Janeiro.
Nel suo discorso si era prefissata di fare la morale ai potenti del mondo, a quelle persone adulte che forse avranno giudicato le sue parole infantili e banali, proprio perché pronunciate da una bambina. Quelle persone allora, evidentemente non colsero il senso profondo di quei sei minuti del discorso di Severn, quei sei minuti in cui ogni parola della ragazza pesava come un macigno sulle coscienze di coloro che avevano e che hanno tutt’oggi, la responsabilità delle scelte.
Quindi domandiamoci perché lei, senza arroganza, senza prosopopea, ha dimostrato di essere molto più coraggiosa di noi, tutti noi che siamo suo padre e sua madre, tutti noi che dovremmo preservare il suo futuro, tutti noi che abbiamo lasciato fare a lei ciò che avremmo dovuto fare noi. Riprendiamoci il nostro ruolo ed esercitiamolo al meglio!
Salviamo il nostro mondo e quello dei nostri figli...almeno proviamoci!


giovedì 17 marzo 2011

B-side

B-side

non c'è molto da dire...i fatti si commentano da soli...al PORCO la prossima mossa!

martedì 15 marzo 2011

dedicato alle donne

Nota del 5/10/2010...ma quanto mai attuale
"Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo de...i dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita. Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così". E il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi, e hai pianto. Dio quanto piangete! Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance? E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte. E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse". Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti..."

Jack Folla 

sabato 12 marzo 2011

Che terremoto...



La storia ha già mostrato la gravità delle conseguenze degli incidenti alle centrali nucleari.
Le radiazioni a cui la popolazione viene esposta causano un maggiore rischio di morte per leucemia e tumore.
Dall'incidente di Chernobyl la sicurezza delle centrali nucleari è diventato uno dei principali aspetti critici dell'energia nucleare per uso civile. Negli ultimi anni il progresso tecnologico ha notevolmente migliorato la sicurezza delle centrali nucleari dotate di reattori di ultima generazione.
Eppure la scienza non è onnipotente.
Quello che sta succedendo in Giappone ci insegna che non esistono cose senza rischi. Quello che può succedere è il prezzo che si deve pagare x la tecnologia a tutti i costi.
Io non ci sto

martedì 8 marzo 2011

Ama la vita!


"Ama la vita così com'è
Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!

Madre Teresa di Calcutta è stata ed è ancora il simbolo della generostà e dell'altruismo. Ha dedicato la sua vita alle persone bisognose e con il suo operato ci ha saputo comunicare, non predicando, bensì agendo, che la generosità è energia pura e positiva, una qualità importantissima del carattere di una persona. Essa va coltivata e sviluppata per migliorare lo stato della collettività nella quale viviamo e della quale facciamo parte.
Le parole di Madre Teresa ci suggeriscono di dimenticarci di noi stessi come individui e di rispecchiarsi negli altri. Ne consegue che mentre ci operiamo per il prossimo in realtà ci stiamo prendendo cura anche della nostra persona.

La Cambogia ci fa una pippa


La Cambogia ci fa una pippa
Donne in politica.
Ecco la classifica della presenza femminile nei Parlamenti dei vari Paesi.

martedì 1 marzo 2011

non proprio una lettera

non proprio una lettera...scrivo due parole ad un caro amico:

Caro Amico,
grazie di essere entrato nella mia vita e di aver condiviso parte del mio cammino.
Grazie di aver sorriso e urlato con me. Grazie delle tue risposte. Grazie dei tuoi silenzi.
Tu forse non te ne rendi conto ma ti devo moltissimo, mi hai insegnato tanto.
Dunque, devo dire che una cosa buona questo lavoro l'ha fatta, dato che ti ho conosciuto proprio qui.

E subito, cosa strana, è scattato dentro di me qualcosa.
Qualcosa di assolutamente innocente, sia chiaro.
Come parlavi, quel che dicevi, i tuoi ragionamenti, il tuo sarcasmo, la tua ironia; e più passavano i giorni, più parlavamo, più mi innamoravo del tuo modo di pensare...certo la tua "filosofia di vita" fà la differenza!

So che ci sentiremo ma ammetto che mi mancheranno i tuoi discorsi, le tue imprecazioni e i nomignoli sempre più strani che mi davi.
Caro Amico quanta differenza c'è fra te che sei così speciale e tutte le altre persone!
So che, come me, non sei perfetto e questo fa sì che io ti senta ancora più vicino.


"In momenti di crisi - in quei momenti dove c'è troppa poca luce per trovare la strada da soli - è bello sapere che altri cuori ci hanno affidato parole di speranza confidando proprio in quello stesso sentire che unisce, che fa sentire meno soli, che nobilita. E che io chiamo amicizia" (Sullivan)

io aggiungo solo un grazie e un arrivederci...