mercoledì 27 aprile 2011

Ho Perdonato.


Ho Perdonato.
Errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l'eternità.
Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto.
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte!
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto.
Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Io sono di nuovo innamorato di un sorriso.
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto!
E vivo ancora!
È la vita, non mi stanca…
E anche tu non dovrai stancartene. Vivi!
È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa!
La Vita è troppo bella per essere insignificante!
(Charlie Chaplin)

venerdì 15 aprile 2011

Una morte che pesa come una montagna

di Piero Maestri
"L’uccisione di Vittorio Arrigoni è una di quei fatti che ti prende lo stomaco e ti lascia senza fiato: perché Vittorio era una bella persona, per le modalità in cui è avvenuta, per le tragiche conseguenze che avrà, oltre al fatto in sé, per la Palestina e i palestinesi.
Vittorio è stata una presenza importante in questi ultimi anni, da quando aveva deciso di rimanere a Gaza (unico italiano) durante l’offensiva israeliana denominata “Piombo fuso”, nel dicembre 2008/gennaio 2009. Le sue testimonianze dalla Striscia di Gaza sottoposta ad un feroce e criminale bombardamento erano per noi una delle poche fonti “dal basso” che ci raccontavano la realtà della violenza che subisce quotidianamente la popolazione palestinese.
Le sue attività insieme ai palestinesi – dalla protezione dei contadini del nord della Striscia che cercano di difendere la loro terra dall’espropriazione “per motivi di sicurezza” all’accompagnamento delle barche di pescatori a cui la Marina israeliana impedisce l’uscita in mare, alla relazione quotidiana con le famiglie palestinesi e con quei giovani che sono stati protagonisti delle manifestazioni dello scorso 15 marzo – hanno rappresentato allo stesso tempo l’esempio di una solidarietà umana e politica e la dimostrazione che i palestinesi non sono soli.
Abbiamo continuato ad ascoltare con interesse e partecipazione i racconti di Vittorio, dal suo blog, nelle telefonate in diretta nei molti presidi nelle città italiane che si collegavano in diretta con lui a Gaza, nelle corrispondenze con le radio ancora libere di questo paese in cui l’informazione è un disastro (soprattutto nei confronti dell’”invisibile” Striscia di Gaza).
La sua morte ci priva di tutto questo, ed è una perdita enorme.
Il rispetto per il suo impegno ci impone comunque di provare a capire, per ricordarlo nel migliore dei modi e per continuare il suo e nostro impegno a fianco della resistenza palestinese (quella dei gruppi politici, ma soprattutto dei contadini, dei pescatori, degli studenti, dei medici ecc…).
Non ci entusiasma il gioco del “cui prodest?” e non crediamo che il gruppo salafita responsabile della morte di Vittorio sia semplicemente una “invenzione” israeliana.
Purtroppo la disperazione e il peggioramento delle condizioni di vita e la chiusura degli spazi politici dei palestinesi – soprattutto nella prigione di Gaza – lascia vuoti che vengono riempiti da gruppi iper-minoritari ma che possono fare danni enormi. Naturalmente Israele ha tutto l’interesse che questi gruppi esistano, perché dividono ulteriormente la resistenza palestinese, rappresentano l’ennesima giustificazione per le sue politiche criminali e danno un’immagine terribile (naturalmente falsa) dei palestinesi. Per questo ci risultano odiose le “assoluzioni” preventive di chi come sempre getta addosso ai palestinesi tutte le responsabilità della loro terribile condizione – e in genere sono gli stessi che accusano i pacifisti di fare il gioco dei “terroristi”: la morte di Vittorio risponde anche a loro, alla loro insistente domanda “dove sono i pacifisti?”.
L’assassinio di Vittorio potrebbe fare male alla causa palestinese, perché saranno molti gli avvoltoi che cercheranno di mostrare la “disumanità” genetica dei palestinesi e/o degli islamici; potrebbe fare male perché vuole terrorizzare le/i volontari/e che vorranno seguire le orme di Vittorio – e questo interessa sia ai gruppi fondamentalisti che non vogliono una Palestina aperta al mondo, sia a Israele che vuole rendere ancora più invisibile e assediata la Striscia di Gaza, come dimostrano i suoi tentativi di fermare la Freedom Flottilla (subito seguiti dei loro amici come Berlusconi); potrebbe fare male perché i palestinesi si sentiranno ancora più soli.
A questo punto siamo noi che dobbiamo rispondere con forza che non ci faremo terrorizzare, che continueremo il nostro impegno a fianco della resistenza palestinese; che continueremo a costruire un ponte tra i giovani palestinesi che esprimono la loro necessità e volontà di liberazione (come i giovani tunisini, egiziani, libici, siriani che stanno in questi mesi facendo le loro rivoluzioni), i militanti della solidarietà internazionale e le/gli israeliane/i antisionisti; che continueremo ad andare a Gaza, a Gerusalemme, in Cisgiordania perché sappiamo che lì saremo sempre benvenuti; che continueremo il nostro impegno alla denuncia delle politiche dell’occupazione e dell’Apartheid e delle complicità dei governi europei in queste politiche.
Questo per noi è il tentativo di restare umani."
Continuerai a volare lo stesso...

mercoledì 13 aprile 2011

Ma così è l'amore

Ma così è l'amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.
Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto.
Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l'impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che il mondo intero ci abbracci.(T.Terzani)

Ma così è l'amore...no ve lo chiedo: è proprio così...siamo davvero così imbecilli quando siamo innamorati? Io non ci ho fatto caso...o forse non me lo ricordo!?!

lunedì 4 aprile 2011

Un altro giro di giostra.

"La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. Non ci sono scorciatoie che posso indicare. I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo."
(Tiziano Terzani)
da Tra genio e follia